SALUTE E SOCIALE

Salute: La gestione dell’emergenza COVID-19

I numeri dell’emergenza

Il 20 febbraio 2020 è stato segnalato in Lombardia il “paziente 1”, ricoverato nell’ospedale di Codogno. 

Da quel momento Regione Lombardia – la prima Regione europea ad essere colpita dal virus – ha dovuto mettere in campo molteplici misure con priorità diverse, a seconda della fase e dell’andamento della pandemia:


 

Di seguito, alcuni numeri chiave che mostrano l’andamento della pandemia da febbraio 2020 a oggi.

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La risposta della Regione

Oltre 44 mln

tamponi effettuati dalle strutture del Sistema Sanitario Regionale (SSR): 17 mln tamponi molecolari e 27 mln antigenici

Oltre 4 mln

casi e oltre 16 mln contatti tracciati dai Dipartimenti di prevenzione con inchieste epidemiologiche

Oltre 116.000

casi genotipizzati o sequenziati dai Laboratori del SSR per la ricerca di varianti

Oltre 25 mln

dosi di vaccino anti Covid-19 somministrate al 31/12/2022. Oltre il 90% della popolazione over 12 ha completato il ciclo vaccinale

+1,6 anni

la speranza di vita alla nascita tra 2020-21, grazie ai vaccini e all’attenuarsi dell’epidemia. Nel 2020 il Covid-19 aveva riportato il dato ai livelli del 2008

4 mld €

programmati per investimenti per rinnovare le strutture sanitarie e il patrimonio tecnologico per il periodo 2021-28, già in attuazione

Fonte di tutti i dati: Regione Lombardia, ad eccezione dell’indicatore sulla speranza di vita ISTAT

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La gestione dell’emergenza

La Lombardia è stata la prima regione europea a identificare la presenza diffusa del virus e a dover mettere in atto disposizioni severe e restrittive. Il lavoro di tracciamento, raccolta ed elaborazione scientifica dei dati effettuato da Regione ha permesso di acquisire le prime informazioni – da analisi indipendenti – utili per la gestione nazionale e internazionale del virus: 

  • analisi sulle caratteristiche (mortalità – generation time – Rt) del virus, 
  • impatto sulla salute e sui ricoveri in ospedale e terapia intensiva, 
  • impatto delle misure di mitigazione,  
  • valutazione della trasmissibilità e severità nei “contatti di caso”,
  • impatto sugli operatori, 
  • impatto sulla mortalità in terapia intensiva e
  • analisi retrospettive.  

Nelle prime due fasi, la risposta del sistema socio-sanitario regionale, in raccordo con le azioni messe in campo dal Governo nazionale, ha avuto due obiettivi principali:

  • contrastare la diffusione del virus
  • curare i pazienti infettati, continuando a garantire la funzionalità dei servizi sanitari essenziali nei limiti delle risorse umane e strumentali disponibili e reperibili.

In particolare, considerata la progressione esponenziale dell’epidemia, è stata effettuata una riorganizzazione delle attività sanitarie: 

  • le risorse tecnologiche ed umane sono state ottimizzate nell’assistenza dei pazienti COVID-19 più critici, tramite anche l’attivazione di strutture temporanee dedicate e l’ampio coinvolgimento di molteplici strutture ospedaliere pubbliche e private, le attività mediche di alta specialità o rivolte al trattamento non procrastinabile di specifiche patologie non Covid sono state indirizzate verso centri ospedalieri hub della regione, per ridurre al minimo possibile i ritardi nel trattamento delle patologie più gravi.

Oltre 4.000

aumento del personale sanitario nel periodo di picco emergenziale, a marzo 2020

Oltre 1.800

posti di terapia intensiva attivati a marzo e aprile 2020, raddoppiati rispetto alla situazione pre-Covid

212

posti letto di terapia intensiva e 92 posti di
area medica attivati nelle
4 strutture ospedaliere temporanee

L’attività di sorveglianza è stata rafforzata tramite un miglioramento complessivo del sistema che permette di tracciare i vari segnali della malattia: i positivi, i contatti, i ricoverati in reparti ospedalieri non di terapia intensiva, i ricoverati in terapia intensiva e i decessi. Il Sistema Informativo della Sorveglianza è stato aggiornato e completamente rinnovato permettendo una automazione dei casi e una facilità di accesso al professionista. Di particolare rilevanza l’innovativa ricerca del virus attivata nelle acque reflue per tracciarne la presenza nelle matrici ambientali

Al fine di potenziare le attività sul territorio e diminuire il più possibile la pressione sugli ospedali, sono state poi attivate le Unità Speciali di Continuità Assistenziale (USCA) per la gestione dei pazienti al domicilio e implementate le attività di telemonitoraggio. L’avvio di una specifica piattaforma dedicata ha consentito ai Medici di Medicina Generale e ai Medici delle strutture sanitarie di garantire le necessarie valutazioni cliniche da remoto, riducendo il numero di contatti con i pazienti positivi là dove strettamente necessario, ovvero limitando la necessità di recarsi nelle strutture sanitarie con maggiori rischi di contagio.

Al mitigarsi dell’emergenza sanitaria Regione Lombardia ha adottato una serie di provvedimenti per riorganizzare il Sistema Sanitario Regionale: la LR 22/2021 per rafforzare il sistema sanitario e sociosanitario tramite i presidi territoriali (Case di Comunità e Ospedali di Comunità), l’assistenza domiciliare, la telemedicina e l’integrazione dei servizi sociosanitari, il Piano regionale di Prevenzione 2021-2025, il Piano Pandemico Influenzale 2021-23, il Piano per ridurre le liste d’attesa.

Oltre al fronte assistenziale, Regione Lombardia ha promosso la ricerca scientifica in ambito sanitario connessa all’emergenza Covid. Numerosi articoli sono stati realizzati – già da marzo 2020 – in modo indipendente dai vari enti del Sistema Sanitario Regionale con i dati lombardi in tema di sorveglianza, impatto del virus sul sistema sanitario regionale, impatto dei vaccini, caratteristiche del virus e analisi delle varianti.  Regione Lombardia ha finanziato uno specifico bando con 4 milioni di euro e sostenuto gli Istituti di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico (IRCCS) pubblici nella ricerca sui medicinali impiegati per la cura dei pazienti affetti da Covid. In particolare, è stata istituita una Rete per la valutazione farmacologica e terapeutica nei pazienti Covid-19, costituita da esperti di diversi settori – infettivologi, microbiologi, farmacologi, ematologi e statistici – che ha emanato indicazioni sulle terapie per ospedali, medicina di base e strutture residenziali extra-ospedaliere.

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La campagna vaccinale

A partire dai primi giorni del 2021, ha preso avvio la campagna di vaccinazione massiva della popolazione, che – grazie al coinvolgimento di ATS, Hub vaccinali, ASST, Medici di Medicina Generale e Farmacie e il supporto della Protezione Civile e del mondo del volontariato – è stata condotta in modo tempestivo e omogeneo in tutti i territori della Regione con l’obiettivo di raggiungere al più presto l’immunità di gregge e ridurre i casi gravi e i decessi per SARS-CoV2. 

Per la sua attuazione sono state individuate 66 strutture (hub) dotate di impianti Ultrafreezer per la conservazione e gestione del primo vaccino disponibile, Pfizer, a cui sono state associate strutture secondarie per la somministrazione (spoke) e le RSA per la vaccinazione di ospiti e personale sanitario. La rete è stata definita sulla base della copertura geografica e della specificità del territorio, della distribuzione della popolazione e della capacità di conservazione e gestione del vaccino.

La prima fase della campagna, infatti, si è focalizzata sulla riduzione diretta della mortalità e morbilità e a garanzia del mantenimento della funzionalità del Sistema Sanitario Regionale, dando priorità a operatori sanitari e sociosanitari, personale ed ospiti delle RSA e anziani over 80 anni. Compatibilmente con la consegna dei vaccini, la platea di beneficiari è stata progressivamente ampliata – sulla base del criterio del maggior rischio di letalità correlato al Covid-19 – e a giugno 2021, dopo soli sei mesi dall’inizio della campagna, sono iniziate le somministrazioni all’ultima categoria inizialmente individuata, ossia le persone di età compresa tra i 18 e 54 anni senza condizioni che possano aumentare il rischio clinico. 

Grazie all’efficiente gestione della rete integrata di centri di somministrazione, nel 2021 la Lombardia è la prima regione a raggiungere e superare il 90% della popolazione oltre i 12 anni con vaccinazione completa.

A novembre 2022 ha completato il ciclo vaccinale anche il 41% della popolazione compresa tra i 5 e gli 11 anni e si è avviata la campagna per la somministrazione della quarta dose agli over 12 e della quinta dose per gli over 60.  La campagna vaccinale è stata accompagnata da una valutazione dell’efficacia della stessa.

Per saperne di più, consulta la Dashboard regionale sulla campagna di vaccinazione

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Focus

Il ruolo della Protezione civile

Nel 2020, Regione Lombardia ha tempestivamente attivato l’Unità di Crisi di Emergenza Sanitaria composta dai vertici della programmazione e da esperti del sistema sociosanitario regionale, che ha operato non solo nell’ambito della gestione dell’epidemia, ma anche per garantire la tenuta del sistema sociosanitario nel suo complesso a fronte delle criticità connesse all’emergenza.

Fondamentale il supporto offerto da numerose Istituzioni, quali, tra le altre, la Protezione Civile, la Sanità Militare, la Associazione Nazionale Alpini, INAIL e il volontariato. 

Per quanto riguarda la Protezione Civile, è stata coinvolta fin dai primi giorni nelle attività di gestione dell’emergenza a livello regionale e locale, in sinergia con il Sistema Sanitario Regionale. A livello nazionale, il raccordo con i Ministeri competenti e con il Dipartimento Nazionale della Protezione Civile è stato assicurato tramite il Comitato Operativo di Protezione Civile. 

La struttura regionale di Protezione Civile ha svolto il fondamentale ruolo di supporto organizzativo e logistico, rispetto alle attività da gestire sul territorio quali, ad esempio:

  • supporto alla gestione degli hub vaccinali, compresa l’attivazione di volontari per la gestione logistica degli stessi (code, percorsi, supporto ai cittadini)
  • trasporto di materiali sanitari per la gestione dell’emergenza e supporto ad AREU, l’Agenzia Regionale Emergenza e Urgenza, per l’organizzazione delle attività del magazzino centralizzato di materiale sanitario
  • supporto logistico ai circa 900 Centri Operativi Comunali-COC attivati in Lombardia
  • supporto logistico per la movimentazione e sistemazione del personale e dei materiali sanitari dei team medico-infermieristici italiani o provenienti dall’estero giunti in Lombardia (più di 500 medici ed infermieri), in stretta collaborazione con le ATS
  • Supporto con personale volontario alla gestione del numero verde attivato da Regione Lombardia per l’emergenza 
  • Supporto logistico per l’allestimento di:
  • ospedali da campo in supporto agli ospedali di Bergamo, Cremona, Crema
  • spazi di pre-triage ospedaliero e di effettuazione tamponi, anche in modalità “drive-through”
  • strutture di pre-triage presso istituti carcerari
  • posti letto presso alcuni ospedali della provincia di Lodi
  • ulteriori strutture campali destinate all’emergenza
  • Supporto alle attività di sorveglianza sanitaria presso gli aeroporti e al trasporto pubblico locale a ripresa del servizio, presso i punti più significativi del trasporto ferroviario e delle linee metropolitane e di superficie della città di Milano
  • Assistenza e supporto alla popolazione, anche per quanto concerne la distribuzione delle mascherine ad “uso comunitario” agli Enti territoriali.

Più di 30 mln

mascherine consegnate
nel corso dell’emergenza

Quasi 500 mila

giornate / uomo di presenza
sul territorio per tutta la durata dell’emergenza

Oltre 800

volontari presenti in media
al giorno sul territorio nel periodo
marzo-luglio 2021, nelle prime fasi
della campagna vaccinale.
3 mila al giorno nei momenti di picco dell’emergenza

La gestione del personale sanitario

Le nuove misure di riorganizzazione hanno determinato un notevole impatto sulle condizioni di lavoro degli operatori del Servizio Sanitario Regionale, rendendo necessaria una considerevole presenza lavorativa sul luogo di lavoro, con particolare riferimento a coloro che sono stati impegnati nei reparti Covid e, più in generale, nelle attività di prevenzione, diagnosi e cura collegati alla pandemia.

Si è, quindi, reso immediatamente necessario implementare il personale dedicato, non solo per il veloce e costante aumento di pazienti, ma anche per supplire il personale venuto a contatto con il virus.

Con l’entrata in vigore delle norme emergenziali si è, quindi, provveduto a reclutare nuovo personale, sia con atti regionali, quali il bando centrale di reclutamento del personale, sia con i provvedimenti delle Aziende. Si segnala in particolare la sinergia con le Università per il reclutamento degli specializzandi, in applicazione del DL 35/2019 – Decreto Calabria. 

Il reclutamento effettuato ha consentito il potenziamento dei posti letto e la riorganizzazione delle attività ospedaliere e territoriali (Unità Speciali di Continuità Assistenziale – USCA e Contact Tracing), ma ha anche permesso di ampliare, in una seconda fase, le attività di sorveglianza e il recupero delle liste d’attesa per ricovero e cura e per le prestazioni ambulatoriali e di screening.

Nel 2020*, in accordo con la delegazione di parte pubblica e le Organizzazioni sindacali regionali della Dirigenza del servizio sanitario nazionale e del Comparto sanità, tutte le risorse a disposizione previste dagli interventi normativi messi in atto dal Governo nell’ambito dell’emergenza COVID, dagli istituti contrattuali e dagli interventi normativi di Regione Lombardia per la ripresa economica, sono state convogliate in un riconoscimento economico al personale impegnato nell’emergenza per la dedizione, gli sforzi, il sacrificio e l’alta professionalità dimostrati.

*Legge regionale 9 del 2020, art. 5

Risorse aggiuntive 2020 riconosciute al personale dipendente del servizio sanitario regionale  

Farmaci

Regione Lombardia fin dai primi giorni ha puntato su due obiettivi: il primo sostenere la ricerca svolta nell’ambito degli Istituti di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico (IRCCS) Pubblici sui medicinali impiegati per la cura dei pazienti affetti da COVID, il secondo garantire l’approvvigionamento delle scorte di farmaci e la loro capillare distribuzione sul territorio.

Per rispondere al primo obiettivo, oltre a recepire e diffondere le indicazioni nazionali, la Regione ha istituito una Rete per la valutazione farmacologica e terapeutica nei pazienti COVID-19, costituita da esperti di diversi settori (infettivologi, microbiologi, farmacologi, ematologi e statistici) per emanare indicazioni sulle terapie sia per gli ospedali che per la medicina di base, le strutture residenziali extra-ospedaliere.

Per raggiungere il secondo obiettivo sono stati fondamentali:

  • il coinvolgimento della Protezione Civile, dei servizi farmaceutici delle Agenzie di Tutela della Salute, della Croce Rossa e delle  Associazioni di volontariato (per la consegna a casa dei farmaci), oltre che delle farmacie ospedaliere per l’allestimento di soluzioni galeniche antisettiche e medicinali carenti al fine di garantire la continuità di erogazione delle terapie domiciliari,
  • il coinvolgimento di Federfarma e Assogenerici, che ha contribuito anche con la donazione di farmaci,
  • il ruolo svolto dalle farmacie aperte al pubblico,
  • la possibilità di dematerializzare le prescrizioni dei farmaci, a seguito delle indicazioni nazionali,
  • la proroga dei piani terapeutici,
  • la prescrizione prolungata delle terapie per i pazienti cronici.

Dispositivi Medici (DM) e dispositivi di protezione individuale (DPI)

La diffusione e il successivo aggravarsi della pandemia ha portato al blocco delle consegne degli ordinativi in corso e di conseguenza all’erosione delle disponibilità di Dispositivi di Protezione Individuale (DPI) già nelle prime settimane.

Regione Lombardia ha, quindi, attivato procedure di urgenza per il reperimento dei dispositivi disponibili sul mercato e ha centralizzato la gestione delle forniture, in aggiunta a quanto fornito dalla Struttura Commissariale per l’emergenza COVID-19.

Di fondamentale importanza:

  • la costante e regolare collaborazione con il Ministero della Salute e la Struttura Commissariale per l’emergenza COVID-19 per notificare i fabbisogni regionali ed eventualmente richiedere l’autorizzazione agli acquisti,
  • l’attivazione di un Deposito Centrale con funzione di ricezione e ridistribuzione di Dispositivi di Protezione Individuale e Dispositivi Medici, in collaborazione con Protezione Civile e Agenzia Regionale Emergenza Urgenza (AREU),
  • il coinvolgimento delle realtà produttive locali per la produzione di mascherine chirurgiche (Es: coinvolgimento Politecnico di Milano).

Potenziamento dei sistemi dei servizi sanitari online per il cittadino

La Regione ha attivato il servizio di comunicazione via SMS/mail del numero di ricetta elettronica tramite il Fascicolo Sanitario o una procedura semplificata online. Grazie a questo servizio i cittadini hanno potuto evitare di recarsi negli ambulatori medici, ad accesso contingentato per il COVID, per ritirare le prescrizioni farmaceutiche. Il numero di ricetta elettronica, presentato al farmacista, sostituisce la ricetta cartacea.

È stata anche attivata una procedura completamente online per il rilascio, tramite video riconoscimento, del PIN della Carta Nazionale dei Servizi/Tessera Sanitaria, utilizzabile per l’accesso al Fascicolo Sanitario Elettronico e la consultazione online dei propri referti medici.


Ospedale Fiera Milano

Da marzo 2020, in considerazione dell’evoluzione epidemiologica del contagio da COVID-19 e la mutevolezza dei bisogni assistenziali straordinari connessi alla gestione dell’emergenza, si sono avviate le attività per la realizzazione di una struttura temporanea di degenza e terapia intensiva nelle aree rese disponibili, in comodato d’uso gratuito, dalla Fondazione Ente Autonomo Fiera Internazionale di Milano. La Fondazione IRCCS Cà Granda Ospedale Maggiore Policlinico di Milano è stato individuato come ente sanitario a cui afferire la nuova struttura temporanea.

La Fiera Internazionale di Milano si è fatta carico della realizzazione dei moduli strutturali e degli impianti per la degenza, che sono stati poi ceduti in donazione all’IRCCS Cà Granda Ospedale Maggiore Policlinico di Milano.

Questa nuova struttura ha contribuito ad alleggerire il forte carico di richiesta di degenza da parte di tutte le strutture ospedaliere lombarde, in particolare nelle aree critiche delle terapie intensive e sub intensive.

Nel mese di ottobre, per fronteggiare la seconda fase della pandemia, è stato approvato il progetto di riattivazione sia dell’ospedale Fiera Milano sia dell’ospedale gestito dall’ASST Papa Giovanni XXIII negli spazi messi a disposizione dall’Ente Fiera Bergamo.

L’attivazione di queste strutture sanitarie temporanee ha coinvolto tutte le strutture sanitarie accreditate di Regione Lombardia, che hanno contributo anche al reclutamento del personale.

Offerta sanitaria Ospedale Fiera Milano

RSA 

Regione Lombardia, sin dai primi di marzo, ha definito specifici atti di indirizzo in ambito sociosanitario che si sono via via succeduti, stante la mutevolezza dello scenario epidemiologico e compatibilmente alle conoscenze scientifiche disponibili, in merito alla gestione operativa di ospiti e personale delle unità di offerta sociosanitarie.

Durante la prima fase, le Agenzie di Tutela della Salute hanno da subito avviato attività di sorveglianza epidemiologica a favore di operatori ed ospiti delle RSA, hanno supportato, per quanto possibile, il reperimento di DPI e personale, in coordinamento con Regione Lombardia e Protezione Civile, e, ove necessario, hanno effettuato sopralluoghi per individuare possibili soluzioni alle criticità riscontrate.

Nel 2020, il perdurare dello stato di emergenza e le criticità epidemiologiche del territorio lombardo, hanno comportato, comprensibilmente, l’acuirsi dei disagi sia degli ospiti che dei loro cari, ancora costretti al rispetto del distanziamento sociale. Per questo motivo, gli enti gestori delle RSA e di tutto il comparto residenziale sociosanitario sono stati richiamati ad assicurare le migliori misure possibili di prevenzione e protezione per le diverse tipologie di ospiti, tenendo conto delle esigenze clinico-assistenziali, ma anche di quelle psicologiche/affettive/educative/formative/terapeutiche, delle legittime rivendicazioni relazionali dei loro cari e del rischio epidemiologico locale (esempio: focolai nella struttura o struttura in zona geografica con alta incidenza di casi).

In particolare, l’accesso di parenti e visitatori è stato disciplinato con l’intento di commisurare i benefici relazionali (per gli ospiti e i loro familiari/amici) con i rischi infettivi (per ospiti, operatori ed esterni) nell’ambito di comunità di soggetti particolarmente vulnerabili per età e/o per elevata fragilità o disabilità.

Le Agenzie di Tutela della Salute sono state invitate ad attivarsi nei confronti delle RSA e di tutte le strutture sociosanitarie residenziali del proprio territorio, affinché:

  • le misure assunte per gli accessi di familiari/visitatori e le uscite programmate degli ospiti fossero sempre proporzionate alla situazione epidemiologica e modificabili in base all’evoluzione delle condizioni esterne ed interne,
  • fossero attuate strategie di comunicazione e informazione rivolte agli utenti e ai loro familiari o rappresentanti legali, nell’ottica della massima condivisione delle scelte assunte, sia con colloqui/incontri diretti, sia attraverso altri canali (esempio: sito internet, moduli informativi, poster, ecc.).

Regione Lombardia ha, infine, supportato economicamente le strutture e la campagna vaccinale per gli ospiti delle RSA.

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